In una limitata porzione della media e alta val Secchia (RE) si può osservare lo straordinario affioramento di Gessi triassici inciso dall'alveo del Fiume Secchia. Il largo alveo del Secchia (ampio sino a 500 metri) corre rettilineo, per ben 6 chilometri, tra imponenti pareti di gesso bianco, rosato e grigio chiaro, alte sino a 200 metri. Questo paesaggio è unico nel contesto appenninico grazie alle numerose "anomalie" morfologiche. Diverse sono le forme carsiche che modellano questo territorio: molto frequenti gli inghiottitoi, spettacolari le risorgenti e assai peculiari le grotte, dette "anse ipogee". La continuità dei gessi è interrotta da valli laterali, in cui hanno trovato strada grandi colate argillose, staccatesi sin dalle lontane pendici della pietra di Bismantova e del M. Ventasso. Verso il Passo del Cerreto spicca nel paesaggio l'esteso fronte della "Cava di Rivarossa" nel quale affiorano in modo spettacolare le quarziti bianco-rosate tipiche di questo complesso roccioso.
I Gessi Triassici contengono in realtà diverse litologie: gessi, anidriti, dolomie e quarziti, che formano una compagine rocciosa sconvolta, con brandelli di strati spezzati e piegati, dove ogni originaria stratificazione è stata cancellata dalle grandi forze tettoniche. Le rocce che compongono l'unità si sono depositate durante il Triassico medio-superiore (245-200 milioni di anni fa) e sono, pertanto, le rocce più antiche affioranti nell'Appennino emiliano-romagnolo.
L'asprezza del rilievo e l'instabilità, dovuta ai fenomeni carsici, rendono profondamente inospitali queste aree, i cui versanti risultano molto boscosi o rocciosi.